Sulla Vetta e sulle Terme
Nei giorni scorsi, l’amministrazione comunale ha individuato la Vetta come area nella quale realizzare il nuovo Centro Termale Sanitario.
Sembra si sia scoperto l’uovo di Colombo in grado di risolvere sia la situazione di stallo a seguito del mancato accordo sulla permuta Albergo Vetta/Villa Giuseppina, sia gli esiti sfavorevoli dei bandi di vendita e di interesse d’acquisto.
Proviamo ad analizzare la situazione valutando i pro e i contro senza farsi trasportare dall’approccio emotivo – positivo o negativo – che l’ipotesi può suscitare in prima battuta.
Partiamo da lontano…
Le Terme Curative sono davvero fondamentali per lo sviluppo turistico di San Pellegrino?
Sicuramente sono una tessera importante del puzzle; ma non sono nemmeno la panacea di tutti i mali come, per esempio, per tanto tempo è stata vista la riapertura del Casinò.
Un paio di numeri: si punta alla presenza annua di 4000 persone per 40.000 prestazioni servite (all’incirca un centinaio di persone al giorno) andando incontro alle esigenze di un bacino d’utenza che copra la provincia dalla Val Brembana fino a Dalmine (Corriere della Sera, 10 febbraio 2016). Il bacino principale, per questo tipo di struttura (come confermano i dati sulle presenze al Centro Termale QC Terme), attinge da un’area strettamente locale e di prossimità.
Ipotizzando che l’80% degli utenti sia residente in provincia di Bergamo, dei circa cento utenti giornalieri solo 20/25 si fermerebbero a soggiornare: sicuramente è un fattore positivo, ma di certo non saranno le Terme Curative a garantire il pieno rilancio delle attività ricettive e del soggiorno di lunga durata.
Come già da tempo indicato, riteniamo necessario operare affinché San Pellegrino e la Valle Brembana più in generale, siano considerate come una vera e propria località meta di vacanze.
Cosa sarebbe ulteriormente utile?
Mostriamo qualche dato preso dal rapporto Impresa Turismo di Unioncamere (dati 2013), analizzando i dati sul turismo di montagna, sul turismo termale e del benessere e sul turismo della natura – segmenti che potrebbero in qualche modo essere intercettati dal sistema Valle Brembana – che potrebbe essere utile alle nostre considerazioni.
“Motivazione principale” della vacanza a seconda della tipologia di turismo
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“Cosa hai fatto in vacanza?” a seconda della tipologia di turismo:
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In più, il valore di percentuali di pratica dello sport e delle escursioni aumentano considerevolmente se analizzati in rapporto a specifiche nazionalità di provenienza (austriaci, svizzeri, tedeschi) in cui si raggiungono valori vicini all’80%.
Emerge quindi la necessità di integrare l’offerta con investimenti mirati che promuovano la possibilità di praticare attività sportive ed escursionismo in genere e possano diventare occasione per un soggiorno maggiormente prolungato e collegato a un bacino d’utenza più ampio.
Inoltre esiste una specifica nicchia di turismo legata allo sport e all’enogastronomia: ci si muove con il solo motivo di praticare uno sport specifico e gustare della buona e tipica cucina.
L’investimento per lo sviluppo di queste attività ha costi molto bassi o nulli, eppure è un elemento molto apprezzato per il completamento dell’offerta vacanza.
… e arriviamo al punto
Delineato il quadro di partenza facciamo ora delle considerazioni sulla domanda principale.
Cosa pensare sull’ipotesi delle Terme Curative alla Vetta?
In primis occorre capire quali possono essere i vantaggi di questa soluzione rispetto ad una soluzione in cui le Terme Curative si collochino in una zona centrale del paese.
Dimentichiamo per un attimo:
- che esista un progetto in corso per la realizzazione della Funicolare,
- che la località di arrivo della stessa non offra particolari attrattive
- che non si sia trovata ad oggi una possibile collocazione delle Terme Curative in zona centrale.
In astratto, quindi, rispetto alla collocazione in centro l’ipotesi della Vetta porterebbe probabilmente svantaggi legati alle seguenti considerazioni:
- maggiore distanza,
- difficoltà e costi aggiuntivi per i clienti per poter raggiungere il sito,
- maggior decentramento rispetto ai servizi ricettivi,
- maggiori problematiche – anche se non insormontabili – e costi tecnici per dotare la struttura degli adeguati impianti.
Si potrebbe per contro dire che la collocazione risulta più suggestiva, ed è vero.
Tuttavia alle Terme Curative un utente va per necessità, di conseguenza ci va indipendentemente dal fascino della loro posizione. Di contro le Terme Curative alla Vetta potrebbero togliere spazio alle altre attività – anche queste necessarie – che invece necessitano maggiormente di contesti adeguati.
Appare quindi evidente che la collocazione scelta sia un ripiego, necessario, ma comunque un ripiego determinato dalla condizione di non poter fare diversamente. Non che questo sia in assoluto un male perchè è sempre doveroso ragionare con le possibilità che si hanno e cercare di sfruttarle al meglio. L’importante è saperlo.
E la funicolare?
Prendiamo ora in considerazione la situazione di fatto, in cui c’è una Funicolare che sta per essere riattivata a fronte di 4.500.000€ di investimento, con arrivo in un luogo dove non ci sono attrattive in grado di generare flussi tali da rendere l’investimento sostenibile.
Le considerazioni possono assumere contorni diversi non senza determinare criticità da rilevare e valutare:
Le Terme Curative possono, a differenza dell’albergo – a lungo individuato dall’amministrazione come destinazione “inderogabile” – determinare dinamiche diverse e di maggior rilancio e contribuire a generare una buona base di flussi per l’investimento della Funicolare alle seguenti condizioni:
- lo spazio occupato (alla Vetta gli spazi sono pochi) non deve pregiudicare la possibilità prioritaria di realizzare spazi di servizio aperti al pubblico quali bar/ristorante che sono necessari al supporto dello sviluppo;
- deve garantirsi (con i problemi e i dubbi che esponiamo di seguito) che, a meno di particolari eccezioni, alle Terme non si possa arrivare in auto. Si vanificherebbe uno dei motivi validi di spostare la struttura alla Vetta (flussi sulla funicolare) e ci si troverebbe costretti alla realizzazione di parcheggi in misura non sostenibile per la valorizzazione dei luoghi e con costi d’investimento ancora maggiori.
Questi due punti dovrebbero essere sufficienti a evitare che le Terme possano soffocare la valorizzazione della Vetta in rapporto alle attività dello sport, dell’escursionismo e del tempo libero che dovrebbero rappresentare la sua naturale e più ovvia vocazione anche e soprattutto per le ragioni citate in premessa. Si ritiene infatti che qualsiasi destinazione dell’area adiacente alla stazione di arrivo non debba essere in contrasto con quel tipo di sviluppo (fino ad oggi troppo sottovalutato).
Altre osservazioni
Tralasciando il problema tecnico dell’approvvigionamento dell’acqua (40 mc/ giorno), probabilmente risolvibile solo con un leggero aggravio di costi, la domanda da porsi è: risulta corretto e lungimirante determinare a carico dei clienti, o meglio dei pazienti – a cui lo stato riconosce delle agevolazioni economiche in virtù della loro patologia – un aggravio di disagi e soprattutto di costi?
Disagi e costi quanto meno riferibili alla difficoltà, per i pazienti di giornata, di trovare parcheggio rapidamente e da lì avere le Terme a portata di mano. Un paziente che deve fare le cure può non avere tempo e voglia di godersi la seppur caratteristica Funicolare perchè quella non è la sua necessità. Volendo invece fare assorbire i costi al gestore si rischia di rendere ancora meno redditizio (e quindi meno appetibile per gli investimenti) l’intero progetto.
Resta il dubbio sull’investimento in cui il pubblico sembra mettere sul piatto risorse e rischi di una certa rilevanza, magari solamente per giustificare la realizzazione di un’opera non ben programmata quale il ripristino della funicolare:
- 4.500.000€ per la Funicolare,
- 1.500.000€ investimento pubblico per le Terme
- 500.000€ valore edificio esistente
- (indicativamente) 500.000€ costi per il completamento dal privato
- 6 posti di lavoro ipotizzati (più qualche unità nell’indotto).
E’ lecito pensare che con una parte di quei soldi e dalla vendita di parte dell’area della Funicolare si sarebbe potuto ambire a qualcosa di meglio di Villa Giuseppina, magari nel Grand Hotel o nel Nuovo centro residenziale/commerciale dove, tra l’altro, la destinazione era già stata indicata come compatibile.
Oppure, ancora meglio, nelle vecchie terme perché lì erano e lì potevano restare.
Per quanto riguarda le idee alternative per il rilancio turistico della Vetta ci siamo prodigati per mettere nero su bianco qualche idea realizzabile e dai costi contenuti e abbiamo realizzato un documento – non in contrasto con le Terme Curative, visto che ormai la strada sembra tracciata – che verrà presentato e che speriamo possa essere preso in considerazione dall’attuale amministrazione.