In Italia ci sono quattro casinò, aperti e funzionanti:
- il casinò di Campione a Campione d’Italia,
- il casinò di Venezia,
- il casinò di Sanremo,
- l’ex Casino de la Vallée di Saint-Vincent, in Valle d’Aosta, che recentemente ha cambiato nome in Saint-Vincent Resort & Casino.
Saint-Vincent
Nell’ultimo periodo si è parlato molto di questo casinò perché ha grossi problemi finanziari, al punto da avviare una procedura di licenziamento collettivo per 264 dei suoi 648 dipendenti attuali. A causa della faccenda dei licenziamenti e delle proteste dei dipendenti del casinò, sette assessori regionali su otto della Valle d’Aosta – proprietaria del 99% del casinò – si sono dimessi sotto le pressioni di molti esponenti di tutti i raggruppamenti politici, maggioranza compresa.
Il casinò – inaugurato nel 1947 – non è più fonte di ricavi, a causa della grande diminuzione di visitatori. La struttura ha 38 milioni di euro di debiti, il ricavo annuale è passato dai 125 milioni di euro del 2003 ai circa 60 nel 2016 e il numero degli ingressi si è dimezzato. La ristrutturazione del casinò decisa nel 2008 e iniziata nel 2010 non ha risolto il calo dei clienti: si spesero 120 milioni di euro di finanziamenti pubblici per trasformare la casa da gioco in un resort. Il presidente della Valle d’Aosta Augusto Rollandin ha detto più volte che purtroppo gli ingressi non sono aumentati come ci si aspettava dal progetto di ristrutturazione.
Campione d’Italia
Queste le cifre dichiarate dalla Casa da gioco: “I primi 9 mesi del 2016 in corso del Casinò di Campione d’Italia registrano un introito derivante dall’attività del gioco di 68 milioni 366 mila Euro, in flessione del 2.8% sul pari periodo del 2015, a sua volta in flessione rispetto al medesimo periodo del 2014. Ingressi in flessione sul 2015 del -1.6%. Attualmente sulla Casa da gioco grava inoltre una esposizione debitoria nei confronti degli istituti di credito pari a circa 30 milioni tra franchi ed euro. I dati della situazione della Casa da gioco sono drammatici, come drammatica è la situazione in cui versa l’intera classe lavoratrice della società, che in sostanza coincide con l’intera base sociale di Campione d’Italia”.
Venezia
Nel grafico si può vedere il saldo in milioni di euro fino al 2014.
Tra giugno 2015 e giugno 2016 i risultati dei casinò di Venezia non sono stati negativi – il casinò di Venezia ha incassato 95 milioni di euro, il 2,86 per cento in più dello stesso periodo un anno prima – ma il casinò di Venezia ha due milioni di euro di debiti e ha in programma diversi tagli, oltre alla revisione degli accordi sindacali per aumentare la produttività.
Sanremo
Dopo quello di Saint-Vincent, il casinò nella situazione più critica è però quello di Sanremo. La casa da gioco è di proprietà della Casino SpA che ha come socio unico il comune di Sanremo. Tuttavia tra Casino SpA (del comune) e il comune stesso è da tempo aperto un contenzioso per pareggiare debiti di più di 8 milioni di euro.
Tra giugno 2015 e giugno 2016 ha incassato 45 milioni di euro, lo 0,35% in meno rispetto ai suoi standard dell’anno precedente.
(Fonti: il Post del 3/3/2017, la Stampa del 10/12/2016, gioconews.it del 14/10/2016)
Tutto questo semplicemente per spiegare che il casinò non può essere visto come una possibile soluzione ai problemi economici/occupazionali del nostro paese e della Valle. La casa da gioco può rappresentare un ulteriore tassello dell’offerta turistica, ma non può essere la priorità visto appunto lo stato di fatto e la tendenza italiana del gioco d’azzardo.
La nostra non è una posizione preconcetta contro il gioco in generale – e anche qui ci sarebbe da discutere – ma vorremmo sollecitare una semplice riflessione.
Ha senso rincorrere e rimpiangere a tutti i costi il passato?
Il nuovo centro benessere funziona e attira, rappresentando un nuovo concetto di termalismo. Il Casinò di San Pellegrino è riconosciuto a livello mondiale come un gioiello del Liberty e un ambiente unico e ambìto per eventi e per quel turismo congressuale e culturale che di certo ha tendenze e prospettive più positive e rassicuranti rispetto al gioco.
Riflettiamo su prospettive turistiche vincenti e legate ai tempi e confrontiamoci su questi temi con i professionisti del settore, non con i professionisti della politica.
La situazione dei casinò in Italia riflette senz’altro quella che è la crisi generale ma non la spiega completamente. È’ noto, infatti , che in situazioni simili l’attenzione del pubblico verso la cosiddetta fortuna aumenta e non diminuisce. Quindi, probabilmente, possiamo parlare più di una difficoltà dei facoltosi giocatori di un tempo che del pubblico in generale. A questo si aggiunge , fuor di dubbio, gli eccessi di collusione e di familiarismo dei dipendenti di questi casinò, che hanno fatto lievitare i costi di gestione oltre misura. Senza nulla togliere alla sontuosità e efficienza della centro benessere, che di per se offre di San Pellegrino un’immagine di turismo moderno di grande qualità, non possiamo timenticare che la comunità ha bisogno anche di riportare al territorio il turismo più stanziale sul quale era basata molta della propria economia. In questo senso, forse, un ritorno al gioco magari rielaborato in chiave moderna, e,l’apporto di manifestazioni nazionali (vedasi miss Italia) potrebbe essere utile. La domanda che però viene spontanea a tutti e sempre quella; come trovare nuove formule di turismo senza passare dalle forche caudine del Sig. Percassi? Definito dall’ Amministrazione ‘imprenditore illuminato”.
..Ci sono tanti “giocatori” più o meno illuminati, e il giro d’affari lo dimostra nei casinò (anche se in perdita…) ma soprattutto con le slot-machine, ormai diffuse in tutto il territorio nazionale.
Facili prede di quest’ultimo giochino, sono i pensionati che spesso dilapidano la pensione,
Pertanto il problema è innanzitutto “legislativo”, che delle due, credo sarebbe molto sensato dare a coloro che desiderano vivere il “sogno” del gioco, un ambiente più protetto, controllato che da occupazione come il Casinò, piuttosto che arricchire le slot e impoverire migliaia di povere persone. Sono certo che doversi recare ad un casinò per soddisfare il desiderio del gioco, sarebbero meno persone ma tutte concentrate in luoghi ben individuati, controllabili e se ben gestiti anche produttivi..,
E un paio di giorni dopo…
http://www.ecodibergamo.it/stories/valle-brembana/casino-san-pellegrino-apertura-piu-vicinace-il-nulla-osta-del-ministero_1229301_11/