La crisi dei casinò in Italia

In Italia ci sono quattro casinò, aperti e funzionanti:

  • il casinò di Campione a Campione d’Italia,
  • il casinò di Venezia,
  • il casinò di Sanremo,
  • l’ex Casino de la Vallée di Saint-Vincent, in Valle d’Aosta, che recentemente ha cambiato nome in Saint-Vincent Resort & Casino.

Saint-Vincent

Nell’ultimo periodo si è parlato molto di questo casinò perché ha grossi problemi finanziari, al punto da avviare una procedura di licenziamento collettivo per 264 dei suoi 648 dipendenti attuali. A causa della faccenda dei licenziamenti e delle proteste dei dipendenti del casinò, sette assessori regionali su otto della Valle d’Aosta – proprietaria del 99% del casinò – si sono dimessi sotto le pressioni di molti esponenti di tutti i raggruppamenti politici, maggioranza compresa.

Il casinò – inaugurato nel 1947 – non è più fonte di ricavi, a causa della grande diminuzione di visitatori. La struttura ha 38 milioni di euro di debiti, il ricavo annuale è passato dai 125 milioni di euro del 2003 ai circa 60 nel 2016 e il numero degli ingressi si è dimezzato. La ristrutturazione del casinò decisa nel 2008 e iniziata nel 2010 non ha risolto il calo dei clienti: si spesero 120 milioni di euro di finanziamenti pubblici per trasformare la casa da gioco in un resort. Il presidente della Valle d’Aosta Augusto Rollandin ha detto più volte che purtroppo gli ingressi non sono aumentati come ci si aspettava dal progetto di ristrutturazione.

Campione d’Italia

Queste le cifre dichiarate dalla Casa da gioco: “I primi 9 mesi del 2016 in corso del Casinò di Campione d’Italia registrano un introito derivante dall’attività del gioco di 68 milioni 366 mila Euro, in flessione del 2.8% sul pari periodo del 2015, a sua volta in flessione rispetto al medesimo periodo del 2014. Ingressi in flessione sul 2015 del -1.6%. Attualmente sulla Casa da gioco grava inoltre una esposizione debitoria nei confronti degli istituti di credito pari a circa 30 milioni tra franchi ed euro. I dati della situazione della Casa da gioco sono drammatici, come drammatica è la situazione in cui versa l’intera classe lavoratrice della società, che in sostanza coincide con l’intera base sociale di Campione d’Italia”.

Venezia

Nel grafico si può vedere il saldo in milioni di euro fino al 2014.

Tra giugno 2015 e giugno 2016 i risultati dei casinò di Venezia non sono stati negativi – il casinò di Venezia ha incassato 95 milioni di euro, il 2,86 per cento in più dello stesso periodo un anno prima – ma il casinò di Venezia ha due milioni di euro di debiti e ha in programma diversi tagli, oltre alla revisione degli accordi sindacali per aumentare la produttività.

Sanremo

Dopo quello di Saint-Vincent, il casinò nella situazione più critica è però quello di Sanremo. La casa da gioco è di proprietà della Casino SpA che ha come socio unico il comune di Sanremo. Tuttavia tra Casino SpA (del comune) e il comune stesso è da tempo aperto un contenzioso per pareggiare debiti di più di 8 milioni di euro.

Tra giugno 2015 e giugno 2016 ha incassato 45 milioni di euro, lo 0,35% in meno rispetto ai suoi standard dell’anno precedente.

(Fonti: il Post del 3/3/2017, la Stampa del 10/12/2016, gioconews.it del 14/10/2016)

Tutto questo semplicemente per spiegare che il casinò non può essere visto come una possibile soluzione ai problemi economici/occupazionali del nostro paese e della Valle. La casa da gioco può rappresentare un ulteriore tassello dell’offerta turistica, ma non può essere la priorità visto appunto lo stato di fatto e la tendenza italiana del gioco d’azzardo.

La nostra non è una posizione preconcetta contro il gioco in generale – e anche qui ci sarebbe da discutere – ma vorremmo sollecitare una semplice riflessione.

Ha senso rincorrere e rimpiangere a tutti i costi il passato?

Il nuovo centro benessere funziona e attira, rappresentando un nuovo concetto di termalismo. Il Casinò di San Pellegrino è riconosciuto a livello mondiale come un gioiello del Liberty e un ambiente unico e ambìto per eventi e per quel turismo congressuale e culturale che di certo ha tendenze e prospettive più positive e rassicuranti rispetto al gioco.

Riflettiamo su prospettive turistiche vincenti e legate ai tempi e confrontiamoci su questi temi con i professionisti del settore, non con i professionisti della politica.

Sulla Vetta e sulle Terme

Sulla Vetta e sulle Terme

Nei giorni scorsi, l’amministrazione comunale ha individuato la Vetta come area nella quale realizzare il nuovo Centro Termale Sanitario.

Sembra si sia scoperto l’uovo di Colombo in grado di risolvere sia la situazione di stallo a seguito del mancato accordo sulla permuta Albergo Vetta/Villa Giuseppina, sia gli esiti sfavorevoli dei bandi di vendita e di interesse d’acquisto.

Proviamo ad analizzare la situazione valutando i pro e i contro senza farsi trasportare dall’approccio emotivo – positivo o negativo – che l’ipotesi può suscitare in prima battuta.

Partiamo da lontano…

Le Terme Curative sono davvero fondamentali per lo sviluppo turistico di San Pellegrino?

Sicuramente sono una tessera importante del puzzle; ma non sono nemmeno la panacea di tutti i mali come, per esempio, per tanto tempo è stata vista la riapertura del Casinò.

Un paio di numeri: si punta alla presenza annua di 4000 persone per 40.000 prestazioni servite (all’incirca un centinaio di persone al giorno) andando incontro alle esigenze di un bacino d’utenza che copra la provincia dalla Val Brembana fino a Dalmine (Corriere della Sera, 10 febbraio 2016). Il bacino principale, per questo tipo di struttura (come confermano i dati sulle presenze al Centro Termale QC Terme), attinge da un’area strettamente locale e di prossimità.

Ipotizzando che l’80% degli utenti sia residente in provincia di Bergamo, dei circa cento utenti giornalieri solo 20/25 si fermerebbero a soggiornare: sicuramente è un fattore positivo, ma di certo non saranno le Terme Curative a garantire il pieno rilancio delle attività ricettive e del soggiorno di lunga durata.

Come già da tempo indicato, riteniamo necessario operare affinché San Pellegrino e la Valle Brembana più in generale, siano considerate come una vera e propria località meta di vacanze.

Cosa sarebbe ulteriormente utile?

Mostriamo qualche dato preso dal rapporto Impresa Turismo di Unioncamere (dati 2013), analizzando i dati sul turismo di montagna, sul turismo termale e del benessere e sul turismo della natura – segmenti che potrebbero in qualche modo essere intercettati dal sistema Valle Brembana – che potrebbe essere utile alle nostre considerazioni.

Motivazione principale” della vacanza
a seconda della tipologia di turismo

Turisti in montagna Turisti alle terme Turisti nella natura
Riposo 32,5% 41,1% 33,2%
Bellezze naturali 28,4% 14,9% 38,3%
Fare sport 38,8% 10,2% 17,5%
Cosa hai fatto in vacanza?
a seconda della tipologia di turismo:

Turisti in montagna Turisti alle terme Turisti nella natura
Sport 75,5% 43,4% 54,3%
Escursioni 28,9% 25% 47,6%
Shopping 21,9% 17,6% 17,3%
Degustazioni prodotti tipici 23,4% 21,3% 27,3%

In più, il valore di percentuali di pratica dello sport e delle escursioni aumentano considerevolmente se analizzati in rapporto a specifiche nazionalità di provenienza (austriaci, svizzeri, tedeschi) in cui si raggiungono valori vicini all’80%.

Emerge quindi la necessità di integrare l’offerta con investimenti mirati che promuovano la possibilità di praticare attività sportive ed escursionismo in genere e possano diventare occasione per un soggiorno maggiormente prolungato e collegato a un bacino d’utenza più ampio.

Inoltre esiste una specifica nicchia di turismo legata allo sport e all’enogastronomia: ci si muove con il solo motivo di praticare uno sport specifico e gustare della buona e tipica cucina.

L’investimento per lo sviluppo di queste attività ha costi molto bassi o nulli, eppure è un elemento molto apprezzato per il completamento dell’offerta vacanza.

… e arriviamo al punto

Delineato il quadro di partenza facciamo ora delle considerazioni sulla domanda principale.

Cosa pensare sull’ipotesi delle Terme Curative alla Vetta?

In primis occorre capire quali possono essere i vantaggi di questa soluzione rispetto ad una soluzione  in cui le Terme Curative si collochino in una zona centrale del paese.

Dimentichiamo per un attimo:

  • che esista un progetto in corso per la realizzazione della  Funicolare,
  • che la località di arrivo della stessa non offra particolari attrattive
  • che non si sia trovata ad oggi una possibile collocazione delle Terme Curative in zona centrale.

In astratto, quindi, rispetto alla collocazione in centro l’ipotesi della Vetta porterebbe probabilmente svantaggi legati alle seguenti considerazioni:

  • maggiore distanza,
  • difficoltà e costi aggiuntivi per i clienti per poter raggiungere il sito,
  • maggior decentramento rispetto ai servizi ricettivi,
  • maggiori problematiche – anche se non insormontabili – e costi tecnici per dotare la struttura degli adeguati impianti.

Si potrebbe per contro dire che la collocazione risulta più suggestiva, ed è vero.

Tuttavia alle Terme Curative un utente va per necessità, di conseguenza ci va indipendentemente dal fascino della loro posizione. Di contro le Terme Curative alla Vetta potrebbero togliere spazio alle altre attività – anche queste necessarie – che invece necessitano maggiormente di contesti adeguati.

Appare quindi evidente che la collocazione scelta sia un ripiego, necessario, ma comunque un ripiego determinato dalla condizione di non poter fare diversamente. Non che questo sia in assoluto un male perchè è sempre doveroso ragionare con le possibilità che si hanno e cercare di sfruttarle al meglio. L’importante è saperlo.

E la funicolare?

Prendiamo ora in considerazione la situazione di fatto, in cui c’è una Funicolare che sta per essere riattivata a fronte di 4.500.000€ di investimento, con arrivo in un luogo dove non ci sono attrattive in grado di generare flussi tali da rendere l’investimento sostenibile.

Le considerazioni possono assumere contorni diversi non senza determinare criticità da rilevare e valutare:

Le Terme Curative possono, a differenza dell’albergo – a lungo individuato dall’amministrazione come destinazione “inderogabile” – determinare dinamiche diverse e di maggior rilancio e contribuire a generare una buona base di flussi per l’investimento della Funicolare alle seguenti condizioni:

  • lo spazio occupato (alla Vetta gli spazi sono pochi) non deve pregiudicare la possibilità prioritaria di realizzare spazi di servizio aperti al pubblico quali bar/ristorante che sono necessari al supporto dello sviluppo;
  • deve garantirsi (con i problemi e i dubbi che esponiamo di seguito) che, a meno di particolari eccezioni, alle Terme non si possa arrivare in auto. Si vanificherebbe uno dei motivi validi di spostare la struttura alla Vetta (flussi sulla funicolare) e ci si troverebbe costretti alla realizzazione di parcheggi in misura non sostenibile per la valorizzazione dei luoghi e con costi d’investimento ancora maggiori.

Questi due punti dovrebbero essere sufficienti a evitare che le Terme possano soffocare la valorizzazione della Vetta in rapporto alle attività dello sport, dell’escursionismo e del tempo libero che dovrebbero rappresentare la sua naturale e più ovvia vocazione anche e soprattutto per le ragioni citate in premessa. Si ritiene infatti che qualsiasi destinazione dell’area adiacente alla stazione di arrivo non debba essere in contrasto con quel tipo di sviluppo (fino ad oggi troppo sottovalutato).

Altre osservazioni

Tralasciando il problema tecnico dell’approvvigionamento dell’acqua (40 mc/ giorno), probabilmente risolvibile solo con un leggero aggravio di costi, la domanda da porsi è: risulta corretto e lungimirante determinare a carico dei clienti, o meglio dei pazienti – a cui lo stato riconosce delle agevolazioni economiche in virtù della loro patologia – un aggravio di disagi e soprattutto di costi?

Disagi e costi quanto meno riferibili alla difficoltà, per i pazienti di giornata, di trovare parcheggio rapidamente e da lì avere le Terme a portata di mano. Un paziente che deve fare le cure può non avere tempo e voglia di godersi la seppur caratteristica Funicolare perchè quella non è la sua necessità. Volendo invece fare assorbire i costi al gestore si rischia di rendere ancora meno redditizio (e quindi meno appetibile per gli investimenti) l’intero progetto.

Resta il dubbio sull’investimento in cui il pubblico sembra mettere sul piatto risorse e rischi di una certa rilevanza, magari solamente per giustificare la realizzazione di un’opera non ben programmata quale il ripristino della funicolare:

  • 4.500.000€ per la Funicolare,
  • 1.500.000€ investimento pubblico per le Terme
  • 500.000€ valore edificio esistente
  • (indicativamente) 500.000€ costi per il completamento dal privato
  • 6 posti di lavoro ipotizzati (più qualche unità nell’indotto).

E’ lecito pensare che con una parte di quei soldi e dalla vendita di parte dell’area della Funicolare si sarebbe potuto ambire a qualcosa di meglio di Villa Giuseppina, magari nel Grand Hotel o nel Nuovo centro residenziale/commerciale dove, tra l’altro, la destinazione era già stata indicata come compatibile.

Oppure, ancora meglio, nelle vecchie terme perché lì erano e lì potevano restare.

Per quanto riguarda le idee alternative per il rilancio turistico della Vetta ci siamo prodigati per mettere nero su bianco qualche idea realizzabile e dai costi contenuti e abbiamo realizzato un documento – non in contrasto con le Terme Curative, visto che ormai la strada sembra tracciata – che verrà presentato e che speriamo possa essere preso in considerazione dall’attuale amministrazione.

Visione a lungo termine

Si indicano qui alcuni punti che non vogliono rappresentare un’effettiva e concreta proposta di programma, ma che desiderano descrivere un  obbiettivo non immediatamente realizzabile, che possa aiutare a tracciare la direzione del futuro cammino, la prospettiva alla quale si vorrebbe tendere, la descrizione di quello che vorremmo essere, nella speranza che passo dopo passo si possa un giorno raggiungere.

In primo luogo, si desidera un paese con un grado di attrattiva elevato, in grado di soddisfare le esigenze dei turisti di oggi mantenendo, però, le specificità del territorio, sia dal punto di vista culturale che ambientale/ecologico. Solo con un approccio di questo tipo i cittadini possono essere beneficiari – e non vittime – dello sviluppo turistico. Uno sviluppo che deve quindi partire necessariamente dalla valorizzazione del territorio, della cultura e delle tradizioni locali, e con la partecipazione fattiva di una larga parte della popolazione che diventa protagonista principale del cambiamento.

Ci si rende conto che questo approccio comprende un radicale cambio di visione di parte della popolazione: se per la maggioranza dei cittadini il turismo si traduce esclusivamente in aumento del traffico, mancanza di parcheggi, perdita di tranquillità, rumore è forse meglio cambiare obiettivo. Nel paese che sogniamo l’intera comunità è coinvolta, direttamente o indirettamente, nello sviluppo turistico e l’impegno di molti è ripagato, oltre che a livello economico, con servizi e vantaggi per tutti.

Da questo punto di vista è necessaria una maggior collaborazione anche con la scuola alberghiera, capace di inserirsi in un percorso a sostegno dei servizi alla persona che offra possibilità di pratica per gli studenti e al tempo stesso un incontro con situazioni necessarie di assistenza. Una scuola che possa investire su San Pellegrino come laboratorio attivo per le esercitazioni turistiche e ricettive, dove gli studenti possano alternare scuola e lavoro direttamente in paese e, dall’altra parte, condividere le nuove competenze necessarie per essere un paese moderno anche dal punto di vista turistico/ricettivo.

Un paese turistico ha anche bisogno di spazi pubblici per manifestazioni, eventi o anche solo per trascorrere del tempo in tranquillità. Alcune soluzioni sono già state proposte nei paragrafi precedenti, altre, magari meno immediate logisticamente, potrebbero essere, per esempio, la riconversione a spazio pubblico da progettare dell’area deposito della Sanpellegrino S.p.A. in Via Pregalleno, la realizzazione di una nuova piscina all’aperto o un intervento radicale in piazzale Dante. Quest’ultimo, sicuramente oneroso e da pianificare nel tempo, sarebbe finalizzato alla realizzazione di uno spazio flessibile coperto con struttura aperta sui lati, utilizzabile alternativamente come area gioco dei bambini – a completamento dei giardini pubblici adiacenti – area feste/manifestazioni, o ulteriore parcheggio aggiuntivo in caso di importanti manifestazioni in altre zone. Le attuali dotazioni di parcheggio dovrebbero essere recuperate in interrato/seminterrato e mediante riassetto di alcune aree al contorno.  L’area consentirebbe di avere uno spazio coperto esterno per lo svago dei bambini nella stagione invernale e per le manifestazioni in caso di maltempo. L’area, rispetto ad altre, presenta i seguenti vantaggi: non è densamente abitata, è vicina a servizi aggiuntivi (campo sportivo, palestra), è posta a poca distanza fra i due principali parcheggi pubblici (multipiano e piazzale Rosmini) e ben collegata ad essi.

Oltre San Pellegrino Terme

L’azione amministrativa non deve fermarsi entro i confini comunali ma deve volgere lo sguardo anche ad un ambito più vasto rappresentato dall’intera Valle. A tal proposito nella gestione dei servizi di interesse sovracomunale appare necessario creare un tavolo di coordinamento continuo con i sindaci dei comuni limitrofi finalizzato a promuovere e indirizzare soluzioni riguardo:

  • Al futuro dell’ospedale di San Giovanni Bianco.
  • Al completamento degli interventi di miglioramento della viabilità vallare (San Giovanni Bianco).
  • Alla creazione di un sistema di trasporto pubblico (es. minibus a chiamata) fra i paesi della Valle per garantire un collegamento efficace e flessibile utile non solo ai fini turistici.
  • Alla creazione di un sistema di trasporto pubblico efficace e flessibile con l’aeroporto di Orio al Serio.
  • Alla creazione di un’effettiva gestione unitaria delle attività turistiche e di promozione turistica.
  • Alla valutazione complessiva della tematica dello sviluppo occupazionale che deve essere considerata nelle scelte urbanistiche e politiche in un ambito coordinato più ampio di quello comunale.

Pubblica amministrazione

Negli ultimi anni, per vari motivi, sia a livello nazionale che locale, si è vista una disaffezione di molti cittadini per la Cosa Pubblica. Anche se probabilmente gli anni d’oro dell’impegno civile e politico sono finiti, è nostro obiettivo cercare di mantenere un contatto diretto tra i cittadini e l’Amministrazione.

Come già accennato in precedenza, occorre dare più valore alle commissioni o, addirittura, creare commissioni “allargate” nelle quali i cittadini possano informarsi su argomenti di interesse, far sentire la propria voce e, soprattutto, collaborare e cooperare.

Parallelamente, sfruttando le nuove tecnologie, creare una piattaforma online di partecipazione, che possa creare un dialogo continuo e fruttuoso tra cittadini e Amministrazione. Iniziare dall’informazione (newsletter, giornale online di aggiornamento sul lavoro della giunta) per arrivare, e questo sarebbe il nostro sogno, al coinvolgimento con processi partecipativi, consultivi e, in alcuni casi, decisionali: spazi di comunità e discussione, condivisione di calendari, raccolta di problemi e proposte o petizioni.

Adeguata importanza deve essere data anche all’organizzazione ed alla valorizzazione del personale dipendente, quale qualificata interfaccia con il cittadino per qualsiasi necessità di informazione riguardante gli adempimenti e le modalità di accesso ai servizi. L’amministrazione comunale dovrà quindi adoperarsi per garantire allo stesso la disponibilità di tutti gli strumenti operativi e organizzativi per poter offrire il miglior servizio possibile, nonché la possibilità di continua formazione e aggiornamento. A titolo di esempio, si valuta importante l’implementazione di un piano di manutenzione programmata informatizzato per favorire l’attività di conservazione delle strutture e infrastrutture comunali e di un sistema informativo territoriale che consenta una univoca ed efficiente gestione dei dati, georeferenziati, da parte di tutti gli uffici, anche attraverso il recupero degli stessi dagli archivi cartacei storici.

Accordo di Programma

Per quanto concerne l’Accordo di ProgrammaPer la realizzazione degli interventi di riqualificazione e valorizzazione delle strutture termali di San Pellegrino Terme per il rilancio turistico la formazione e lo sviluppo occupazionale – appare opportuno provvedere a gestire nel migliore dei modi l’attuazione degli accordi in essere. Valutato tuttavia che alcuni aspetti sono ancora da definire in dettaglio e negli anni sono già state approvate delle varianti, si ritiene possibile proporre alcune proposte da discutere con i soggetti attuatori di seguito suddivise per comparto di intervento.

Recupero Grand Hotel: si dovrà valutare quanto prima l’effettiva destinazione d’uso finale e recuperare le risorse per completare gli interventi, diversamente gli ingenti finanziamenti che hanno consentito il recente appalto delle opere di restauro e risanamento strutturale si potrebbero rivelare sprecati. Con riguardo agli ammissibili incrementi volumetrici previsti nel parco, pur non esprimendo contrarietà a priori, si ritiene opportuno rivalutare con attenzione l’effettiva necessità di tali interventi per garantire la sostenibilità del recupero e della gestione del Grand Hotel, anche in rapporto alla sua definitiva destinazione d’uso. Diversamente, garantita l’adeguata pertinenza di parco all’immobile, anche per la realizzazione della struttura congressuale ipogea di previsione, la restante porzione adiacente alla palestra sarebbe area idonea a ospitare manifestazioni di carattere pubblico all’aperto in uno spazio allo scopo organizzato.

 

Comparto Vetta: ormai appaltata l’opera di riqualificazione della funicolare, l’Amministrazione Comunale, ad oggi, si deve accordare con il privato attuatore riguardo alla permuta dell’albergo Vetta con gli spazi per le terme curative. In assenza di elementi certi a riguardo risulta difficile avanzare proposte concrete; in ogni caso si ritiene necessario operare affinché:

  • Alla data di apertura del rinnovato impianto di risalita meccanica sia già attiva la struttura di accoglienza costituita in misura minima e indispensabile da un bar ristorante e dai relativi servizi.
  • Si regolamenti l’accesso veicolare alla Vetta in modo da favorire l’utilizzo della funicolare ed evitare il congestionamento dell’area, mediante limitazione del transito veicolare a soli residenti e autorizzati, magari solamente durante gli orari di funzionamento della funicolare.
  • Si valuti l’opportunità di ampliare l’ex albergo a fini ricettivi (aumento previsto 150% della S.L.P.). Vista l’esiguità di spazi facilmente fruibili, sarebbe maggiormente opportuno destinare l’area adiacente pianeggiante alla realizzazione di elementi/strutture di maggior attrattiva, abbandonando la funzione ricettiva dello stabile. Si potrebbero invece pensare in alternativa ad altre forme di ricettività, per esempio quella dell’albergo diffuso coinvolgendo i proprietari delle ville.
  • Con analogo fine sarebbe auspicabile trovare una diversa collocazione per le aree poste ai lati della scaletta che dalla stazione di arrivo conduce all’imbocco del sentiero per Sussia, che il P.G.T. individua come edificabili.
  • Si prenda in considerazione la possibilità di ricollocazione in zona, del Museo di Scienze Naturali per adeguata valorizzazione dello stesso e creazione di ulteriore attrattiva che favorisca l’uso della funicolare.
  • Riqualificare, mediante progetto di arredo urbano, la strada esistente (almeno nella porzione fra l’inizio del tratto pianeggiante e la chiesa).

Terme curative: riprendendo quanto sopra indicato per il comparto della Vetta riguardo ai termini dell’accordo, appare difficile ideare valutazioni concrete; tuttavia di massima si valuta quanto segue:

  • L’investimento pubblico dovrà limitarsi ad ottenere la disponibilità dei locali necessari, mentre andrà prevista la copertura dei costi di realizzazione mediante concessione di gestione a società privata specializzata in modo da evitare l’accollo di rischi finanziari e di gestione in capo all’Amministrazione Comunale.
  • Per quanto riguarda le terme curative si ritiene che la loro definitiva collocazione debba utilmente considerare che l’immobile possa disporre di un minimo di area verde esterna di pertinenza esclusiva per il completamento e la valorizzazione dell’offerta.

 

Si ravvisa inoltre la necessità di un maggior coinvolgimento della cittadinanza mediante l’organizzazione di incontri pubblici informativi riguardo allo stato di attuazione degli accordi stipulati ed eventuali variazioni intervenute con cadenza temporale adeguata.

Urbanistica, Viabilità e Opere Pubbliche

Un territorio che ambisce ad un importante sviluppo in chiave turistica deve, più di altri, preservare e valorizzare i suoi caratteri distintivi. E’ per questo che si ritiene non sia positivo il “fare molto” ma lo sia invece “il fare con cura”, soprattutto nell’ambito delle trasformazioni del territorio, dove gli errori possono rivelarsi difficilmente reversibili. Di seguito quindi alcuni temi che non a caso riguardano prevalentemente il recupero e la valorizzazione dell’esistente.

  1. Favorire il recupero della area ex-FIR valutando la possibilità – previa valutazione della sostenibilità urbanistica – delle eventuali proposte dei privati proprietari di estendere le destinazioni d’uso alternative o compatibili a quella esclusivamente produttiva attualmente prevista dal PGT. Il mantenimento di aree produttive è necessario per lo sviluppo di attività in grado di generare occupazione ma, soprattutto in questo periodo, la mera previsione urbanistica non è sufficiente all’insediamento effettivo di attività, così come non solo l’industria e l’artigianato possono generare occupazione. Da valutare peraltro l’idoneità ad oggi dell’insediamento di determinate attività produttive in un contesto prevalentemente residenziale.
  2. Effettuare una valorizzazione funzionale  del Centro Civico mediante un intervento di ristrutturazione radicale, quindi anche attraverso importanti integrazioni al progetto definitivo di riqualificazione approvato dalla giunta uscente. Le nuove destinazioni, eventualmente operando una riorganizzazione di altri spazi pubblici, saranno da scegliersi fra le seguenti: attività ludico/ricreative/culturali per l’infanzia al coperto, spazi a disposizione dell’associazionismo locale, spazi per progetti di telelavoro/coworking.
  3. Realizzare una sala polifunzionale pubblica adeguatamente dimensionata e strutturata. Si ritiene, in linea con le previsioni del vigente Piano dei Servizi, di indirizzare le energie all’acquisto e ristrutturazione dell’ex cinema Eden, valutando preventivamente con attenzione costi, effettive potenzialità e vincoli urbanistici: è più opportuno privilegiare la riqualificazione di un immobile esistente in zona centrale in avanzato stato di degrado ed idoneo, per posizione, anche ad essere convenzionato per eventuali attività della scuola alberghiera. Prendendo atto che è prevista all’interno dell’Accordo di Programma la realizzazione di spazi per attività culturali, ricreative e di pubblico spettacolo (500 mq), realizzati a cura e spese dei soggetti attuatori all’interno del preesistente Centro Termale, si potrebbero conseguentemente valutare anche nuove intese a riguardo.
  4. Ridefinire la struttura dei parcheggi in centro e periferia in un’ottica di maggiore flessibilità anche in funzione delle esigenze turistiche del paese. In particolare si ravvisa la necessità di creazione/individuazione di parcheggi attrezzati per le seguenti soste:
  • Camper: realizzare qualche piazzola di parcheggio attrezzata con impianto elettrico e zona scarico liquami, servizi a pagamento, gestiti mediante estensione delle convenzioni in essere per le altre strutture di sosta. Da valutare la posizione: per esempio si potrebbe adattare il parcheggio in Via Partigiani o realizzare un nuovo parcheggio come previsto dal P.G.T. in zona piscina.
  • Autobus: identificare e organizzare una zona idonea e dedicata alla sosta di mezzi a servizio di comitive turistiche. La più idonea localizzazione dovrà essere successivamente individuata, considerando anche la riorganizzazione delle altre attività presenti su alcune aree disponibili (mercato, feste, scuola guida), che ne determinano una disponibilità parzializzata.
  • Moto: si rileva l’esigenza di organizzare meglio le aree di sosta dedicate, sopratutto in zona centro, essendo San Pellegrino meta di diversi motociclisti in transito verso l’Alta Valle e i relativi passi.

 

  1. Sperimentare gradualmente e con costante monitoraggio dei risultati – anche di concerto con operatori e cittadini – la limitazione del traffico lungo viale Papa Giovanni XXIII (tratto da Via Matteotti al Municipio) anche solo in modalità Z.T.L.: autobus, carico e scarico, residenti, disabili, clienti verso alberghi. Per esempio, l’obiettivo da raggiungere potrebbe essere quello di una chiusura serale giornaliera dalle ore 20:30 alle ore 24:00 da estendersi ulteriormente al sabato pomeriggio dopo le 15:00 e la domenica per tutta la giornata. In caso di manifestazioni specifiche si potranno comunque adottare, se necessario, ulteriori limitazioni. La misura viene proposta anche al fine di evitare che la realizzazione del nuovo centro commerciale/residenziale possa portare ad una progressiva perdita di rilevanza del viale.
  2. Pur auspicando che proponendo l’iniziativa Pedibus si riduca l’uso dell’auto in alcuni orari, a seguito del completamento della viabilità alternativa per Frasnadello valutare la creazione di sensi unici/limitazioni di transito lungo Viale Vittorio Veneto in corrispondenza delle scuole, anche con dissuasori mobili automatici che consentano la variazione della viabilità solo a limitate fasce orarie (ingresso/uscita studenti).
  1. Realizzare un parco pubblico attrezzato a Santa Croce per bambini e ragazzi nell’area già individuata dal P.G.T. (località Tagliate).
  2. Rimuovere la barriera architettonica di accesso al Ponte Vecchio rappresentata dai gradini lato Via Aldo Moro mediante la realizzazione di una breve passerella laterale con struttura leggera, non invasiva, compatibilmente con le prescrizioni derivanti da vincoli culturali e paesaggistici.
  3. Programmare un’attività di prevenzione del dissesto idrogeologico con particolare riferimento al monitoraggio periodico e preventivo delle zone a rischio crolli, per poter pianificare e realizzare per tempo eventuali opere di messa in sicurezza.
  4. Procedere con adeguamento degli oneri di urbanizzazione triennale previsto dalla vigente normativa valutando in particolare l’effettiva congruità degli importi applicabili alle nuove costruzioni e agli ambiti di trasformazione in relazione all’effettivo costo delle previsioni del piano dei servizi. Prevedere nel contempo riduzioni degli oneri per interventi di edilizia bioclimatica e a risparmio energetico (facoltà introdotta dalla l.r. 12/05) solo negli interventi  di ristrutturazione, in modo da favorire il recupero di edifici esistenti,  anche come prima misura per favorire l’accesso alla prima casa per i giovani.

Scuola e sociale

Non ci può essere comunità se il fine di ogni iniziativa non è l’uomo e il suo stare bene insieme agli altri: l’educazione a una cittadinanza consapevole e rispettosa delle differenze è infatti il fondamento della vita sociale e il motore di qualsiasi attività di valorizzazione e promozione del territorio. Per questo motivo consideriamo essenziale investire nella cultura, nella formazione e nell’educazione dei nostri giovani, e insieme promuovere progetti di sostegno alle fasce più deboli della popolazione.

Con questa premessa, in ambito sociale si intende valorizzare ed ottimizzare quanto già esistente ma al contempo proporre un’amministrazione che sia sensibile, attenta e concentrata rispetto:

  1. Alla lettura dei bisogni e al costante monitoraggio degli stessi, tramite il coinvolgimento dei soggetti che all’interno della comunità intervengono nel sociale, creando una rete che favorisca la sussidiarietà orizzontale e che sia di supporto alla commissione “Servizi Sociali”: i diversi soggetti (comune, parrocchia, associazioni, scuola, no profit, privato, ecc..) cooperano per farsi carico del disagio intercettando precocemente i bisogni e concertando soluzioni mirate.
  2. Alla programmazione di risposte adatte al sostegno delle persone in situazione di fragilità non solo in ottica riparativa ma anche preventiva, promuovendo occasioni di solidarietà e socializzazione anche per favorire fortemente la diffusione della cultura di inclusione. È fondamentale considerare i soggetti in difficoltà (anziani, minori, disabili e persone affette da dipendenze) come risorse per la comunità e non solo come portatori di problemi. Per questo riteniamo significativo:
    1. realizzare iniziative come laboratori creativi, orti sociali e altri momenti d’incontro che favoriscano lo scambio di conoscenze ed esperienze fra generazioni in modo che le   competenze dell’uno diventino patrimonio dell’altro (gli anziani insegnano ai giovani       piccole riparazioni e i giovani contraccambiano insegnando l’utilizzo di nuove tecnologie).
    2. creare occasioni d’incontro/confronto fra i soggetti che accompagnano i disabili e momenti di sollievo per i genitori.
    3. avviare processi di mediazione con privati e agenzie immobiliari cercando di individuare sul territorio unità abitative conformi alle esigenze delle persone disabili.
  1. Alla promozione di servizi gestiti in ottica sovra comunale col fine di ottimizzare le risorse ed evitare sprechi, riducendo nel contempo la disomogeneità territoriale vallare.
  2. Alla diffusione di informazioni aggiornate a puntuali riguardanti l’accesso ai servizi e le opportunità a sostegno della fragilità collegando in rete i vari sportelli in modo che possano scambiarsi dati ed essere così in grado di orientare il cittadino facilitando la soddisfazione delle sue esigenze.
  3. All’inserimento lavorativo protetto per i giovani con disabilità, in gestione diretta o in collaborazione con altre strutture.
  4. Alla realizzazione di baby pit-stop, ovvero di un ambiente protetto e fornito del necessario, in cui le mamme si sentano a proprio agio per allattare e provvedere al cambio del loro bambino.
  5. Allo studio di fattibilità attorno a due possibili sperimentazioni inerenti gli anziani: mini alloggi protetti e “badante in comune”.

 

In ambito scolastico è indispensabile formulare una politica di lungo respiro, che non sia fatta di interventi estemporanei e occasionali, ma che diventi espressione di un progetto che possa guardare al domani nella certezza che “senza istruzione non c’è futuro”.

Bisogna  riportare nel presente l’Istituto Comprensivo modernizzandolo sotto diversi aspetti e stimolando un concorso di intenti tra pubblico e privato che preveda di:

  1. Affiancare la Scuola nella progettazione di iniziative di potenziamento dell’offerta formativa con gli attori privati del territorio (ad esempio, stringendo partnership con aziende locali per portare i loro esperti in classe a tenere lezioni su tematiche di settore).
  2. Sensibilizzare i privati a investire in una scuola migliore.
  3. Realizzare una rete wifi – prerequisito ormai irrinunciabile per la didattica – affinché i ragazzi si possano connettere anche coi loro dispositivi.
  4. Attrezzare ogni aula con LIM (Lavagna Interattiva Multimediale).
  5. Rinnovare e potenziare le aule dedicate alle materie pratiche (arte, musica, tecnica), e mantenerle costantemente aggiornate nel tempo.
  6. Ripensare lo spazio scolastico sulla base di un design che garantistica l’inclusività e l’accessibilità per tutti.
  7. Intervenire sull’estetica degli spazi e dell’architettura per costruire nella scuola ambienti che siano sereni e accoglienti.

 

La Scuola Materna Parrocchiale svolge nella nostra comunità un servizio irrinunciabile che va supportato non soltanto e non esclusivamente con un contributo economico, ma anche in altre forme. Intendiamo cioè avviare un dialogo costante con la Direzione per concordare le modalità d’azione di volta in volta migliori: oltre al finanziamento per contenere la retta mensile, potrebbero rivelarsi utili interventi o collaborazioni per la fornitura di mezzi o servizi di vario tipo.

Allo stesso modo, si crede sia giusto sostenere concretamente l’azione educativa della Parrocchia contribuendo al funzionamento dell’Oratorio e delle sue molteplici attività formative (ad esempio: Spazio Compiti, CRE, ecc).

La valorizzazione del territorio parte in primo luogo dalla sua conoscenza, e quindi dalle iniziative per restituirlo a una dimensione a misura d’uomo. Ecco perché si vuole promuovere Pedibus, la carovana di bambini che vanno a scuola tutti insieme a piedi, con l’accompagnamento di due o più adulti autorizzati. Pedibus è un’idea semplice ma dai grandi vantaggi: elimina l’inquinamento delle auto fuori dalla scuola, fa riscoprire il paese ai bambini e li aiuta a diventare più responsabili, contribuisce a migliorare la salute. Si possono ipotizzare tre/quattro linee: Ruspino-Pregalleno, zona Chiesa, Belvedere, Pernazzaro.

Chi meglio del Sindaco e della sua Giunta può insegnare l’educazione civica? Si vuole portare concretamente questa materia in classe andando a scuola a far lezione, ospitando i bambini in Comune, invitandoli ad assistere a un Consiglio Comunale o ad altre iniziative istituzionali, oppure organizzando eventi ad hoc (ad esempio, un Consiglio Comunale con un OdG pensato per i più piccoli).